Cosa fanno gli internauti quando usano Google per la ricerca su mobile? Oggi ci concentriamo su questa parte dello studio condotto da SEMRUSH, cercando di capire il comportamento delle persone mentre sfogliano le SERP dai loro smartphone o device simili.
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La scorsa settimana ci siamo focalizzati sul comportamento degli utenti desktop di fronte ai risultati delle loro ricerche. Se fosse necessario, nel corso della nostra disamina faremo riferimento a quelle informazioni.
Partiamo subito nel nostro viaggio tra i misteri delle SERP dando uno sguardo a questo grafico:

Se si osserva l’istogramma, ci si rende conto che non sussistono differenze significative nel modo in cui l’utente esprime la sua richiesta tramite la digitazione delle keyword su Google ricerca mobile.
La quota preponderante delle query prevede sempre l’utilizzo di almeno 3-4 parole, un aspetto non trascurabile, se si considerano le particolarità della UX mobile in rapporto a quella desktop.
Ciò che invece non passa inosservato è il «tempo di reazione» dell’utente, cioè, la durata del lasso di tempo che intercorre tra i risultati restituiti nella SERP mobile e la successiva azione intrapresa dall’internauta.

Se si osserva bene il grafico, si nota come gli utenti mobile impieghino un po’ più di tempo per prendere una decisione. Alla base di questa situazione, potrebbero esserci diverse motivazioni.
Da una parte, le dimensioni differenti dei display. Un’altra peculiarità di Google ricerca mobile è invece la disponibilità del cosiddetto «infinite scroll», strumento che apre le porte ad un’esplorazione più approfondita della SERP.
Google e la ricerca su mobile: il CTR?
Ciò che non lascia indifferenti, in questo caso, è un dato abbastanza netto: la ricerca su Google mobile porta con sé un tasso di «zero click» che raggiunge quasi il 57 percento (la somma tra zero, keyword e Google clik).
Il CTR su risultati organici in SERP si conferma sostenuto anche su mobile, facendo la parte del leone con il 43.1%.
Su mobile, la rilevanza di Google Ads (rete ricerca) sembra esser ancor più ridotta rispetto al desktop: i paid click sono appena lo 0.02%!

Solo il 10.3% dei clic è rivolto all’esplorazione di suggerimenti o SERP specifiche (immagini, shopping,…).
Per contro, i «perfezionamenti» delle keyword giocano un ruolo in quasi un terzo delle ricerche su Google a partire da mobile.
Che cosa succede nello scenario «zero click» su mobile?
Come nel caso del desktop, anche l’utente proveniente da smartphone ed affini ripiega sostanzialmente su Google Images.

Il ricorso alla ricerca visual, in questo caso, passa anche per l’estensione al format del video. Un dato che va a rinforzare ancor di più l’idea di una ricerca mobile che passa dal video.
Google ricerca mobile: come cambiano le keyword nella medesima sessione di ricerca?
Se osserviamo questo grafico, ci rendiamo conto di come le abitudini dell’utenza mobile rispetto a quella desktop per quanto riguarda la somiglianza tra la prima e la seconda keyword digitata.

Anche in questo caso, il grafico assegna un punteggio variabile da 0 a 1 in funzione delle similitudini che intercorrono tra i termini scelti per la digitazione della prima e della seconda keyword.
Su Mobile, la propensione a cambiare in maniera rilevante i termini di ricerca sembra essere più marcata.
Solo in circa 4 casi su 10 la seconda keyword presenta il 60% di termini simili rispetto alla prima keyword digitata.
Google ricerca mobile: come si perfeziona, quando la prima non funziona?
Diamo spazio ad un’altra domanda, e cioè, quella che mette a confronto la prima e la seconda keyword nella stessa sessione di ricerca. Quali sono le differenze di comportamento dell’utente?
Diamo uno sguardo a questo grafico comparativo per ottenere una risposta al quesito e cercare di capire meglio le dinamiche di perfezionamento della ricerca nei due mondi desktop e mobile.

Anche nel caso del mobile, l’utente sembra sembra confermare nella maggioranza relativa dei casi la lunghezza (cioè, il numero di termini digitati) della prima keyword anche digitandone una seconda.
La tendenza ad accorciare la keyword, però, su mobile sembra essere un po’ più marcata rispetto al desktop (-1, -2 e -3 termini).
Google e la ricerca mobile: una UX differente?
Alla base dei comportamenti differenti da parte degli utenti mobile e desktop può esserci anche un paradigma di aspettative ben diverse.
L’utente proveniente da smartphone, date le dimensioni del dispositivo, le modalità di fruizione e il contesto di utilizzo, potrebbe desiderare una SERP popolata di risposte immediatamente fruibili.
La tendenza futura potrebbe essere quella di arrivare ad inglobare in maniera sempre più marcata la risorse alle risposte delle richieste degli utenti all’interno della pagina dei risultati.
In questo senso, la SERP si trasforma in un vero e proprio hub al cui interno si trovano immediatamente le risposte, nel solco di quello che Google ha definito il nuovo corso del suo motore di ricerca.
L’azienda di Mountain View ha infatti sottolineato come ambisca a diventare un motore di risposte, come abbiamo già detto nel precedente post.
Risposte veloci e immediatamente fruibili da Google ricerca mobile
Semplicità di accesso all’informazione, velocità nella fruizione della stessa e massima pertinenza on-demand sempre a portata di mano: questo potrebbe essere il paradigma della rivoluzione delle SERP.
Le Direct Answers di Google (con tanto di snippet di approfondimento) e lo scroll infinito ci suggeriscono quelle che sono le idee di Big G al riguardo.
L’adattamento del motore di ricerca di Mountain View alle mutate esigenze degli internauti è innegabile: Google ricerca mobile non può arenarsi tra le rassicuranti prassi dettate dall’«abbiamo sempre fatto così»…
Del resto, anche l’evoluzione futura della ricerca visual e la nascita di concorrenti dalle performance promettenti in questo àmbito, impone di assecondare da vicino le preferenze delle persone nello «user search journey».
Ciò detto, l’investimento sulla SEO – a nostro modesto avviso e, soprattutto, alla luce di questo studio di SEMRUSH – si conferma sempre quello più lungimirante, soprattutto quando si guadagna la posizione 0 con tanto di snippet di approfondimento! 😉