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«Helpful Content Update»: l’ultimo aggiornamento di Google

In questi giorni, la multinazione di Mountain View ha reso pubblico l’aggiornamento dei suoi algoritmi: «Helpful Content Update» è il suo nome, una novità rivolta solo agli utenti anglofoni. Vediamo di che cosa si tratta.

Per capire la natura e l’utilità di questo aggiornamento, bisogna fare un passo indietro e contestualizzare la problematica che Big G vuole andare ad arginare con questo aggiornamento:

Spesso, nelle SERP (non solo anglofone), i risultati restituiti sono inquinati da portali che propongono contenuti sovraottimizzati in risposta a determinate query degli utenti. Un aspetto che rende la UX con il motore di ricerca frustrante (e nuoce a Big G stessa).

Il nuovo corso di Big G contro lo SPAM

Dallo scorso anno, l’azienda californiana ha inaugurato una nuova strategia per quanto riguarda la restituzione di SERP sempre più pertinenti all’intento di ricerca e davvero utili alla persona.

Posto che sia difficile trovare una definizione univoca ed universale al concetto di «contenuto spammoso» – l’antonimia per antonomasia del contenuto tuile – Helpful Content Update mira ad uno scopo ben preciso:

contrastare efficacemente il popolamento della SERP con contenuti inutili per gl’internauti, giacché concepiti prioritariamente per la performance SEO.

Detto in altri termini: evitare che gli utenti, dopo aver digitato una ricerca, debbano fare un’esplorazione frustrante e controproducente tra portali che non propongono alcunché di utile alle loro domande. Anzi, che sono la perfetta testimonianza del lavoro efficiente nell’ingannare l’AI degli algoritmi di Big G.

La pressione della concorrenza degli altri «motori di ricerca» e la pertinenza delle SERP per i preziosi utenti alla base di Helpful Content Update

Un’esigenza che la multinazionale statunitense avverte forse sempre di più anche in ragione dell’evoluzione compiuta da TikTok, che si afferma sempre più come un motore di ricerca. Un trend preoccupante per Google, se si considera che intercetta l’interazione degli utenti più giovani, quelli che fruiscono potenzialmente per più ore di piattaforme e contenuti digitali.

Poi, che l’effettiva efficacia del motore di ricerca di quel canale social sia indiscussa e che le SERP restituite siano veramente ottimali, questo è quesito da dirimere in altra situazione.

Helpful Content Update di Google

Torniamo a Big G e il suo aggiornamento.

«Helpful Content Update» – come suggerisce il nome stesso – è un aggiornamento focalizzato sulla restituzione di contenuto che sia di aiuto in rapporto alle esigenze dell’utente. Si potrebbe pensare, quindi, che le pagine corredate da contenuto generato automaticamente e da SPAM – in ogni caso con un approccio volto a soddisfare più l’appetito del crawler e degli algoritmi di Big G, anziché gl’internauti – siano potenzialmente colpite.

Sul suo blog ufficiale, Google ha indicato che lo scopo dell’aggiornamento è intercettare le pagine che appaiono come principalmente concepite per «ingannare» il motore di ricerca.

Il valore aggiunto per gli utenti

Altrimenti detto, tutti quei contenuti che sono esclusivamente ottimizzati per posizionarsi in maniera efficace in SERP – anziché essere pensati per restituire valore aggiunto agli utenti, in risposta alle loro ricerche.

Secondo Big G, Helpful Content Update andrà in modo particolare a migliorare i risultati in risposta alle query di questa natura:

  • formazione online;
  • contenuto artistico;
  • contenuto ricreativo;
  • shopping;
  • contenuti tecnologici.

Contenuti veramente originali e utili, suffragati da veridicità ed autorevolezza, saranno offerti in SERP: gli utenti troveranno risorse di natura per così dire «inedita.

Secondo la multinazionale di Mountain View, questo aggiornamento dell’algoritmo andrà a penalizzare non solo le singole pagine contraddistinte da questo approccio nella loro realizzazione. I portali, nel loro complesso, saranno sottoposti alla valutazione di «Helpful Content Update».

L’impatto dell’aggiornamento sui siti

In questo compito, l’algoritmo – tramite il machine learning – farà una sua considerazione globale dei contenuti e, se gli stessi risultassero essere per la maggior parte di natura spammosa (bassa qualità), tutte le pagine del portale saranno retrocesse in SERP.

Da notare, secondo quanto reso noto da Big G, che l’eliminazione dei contenuti di scarsa qualità porterà alla rimozione della «penalizzazione sancita dall’algoritmo». Questo procedimento non sarà immediato, bensì, terrà conto delle tempistiche necessarie per sottoporre ad esame – e quindi valutazione – l’intero sito. Sia i nuovi siti sia quelli esistenti saranno sottoposti alle novità di Helpful Content Update.

Il consiglio di Big G è ovviamente sempre quello di esaminare il proprio portale ed apportare eventuali correzioni a quei contenuti che potrebbero essere oggetto di penalizzazione. L’invito è poi sempre quello di seguire le linee guida della multinazionale di Mountain View.

Alcune domande per capire se si è a rischio di penalizzazione

Per comprendere quali siano i rischi tangibili per il proprio sito portati da Helpful Content Update, Google suggerisce di porsi questi quesiti:

  • Si ha già un pubblico consolidato (o che potrebbe essere tale in futuro) che potrebbe ritenere il contenuto utile, se si rivolgesse direttamente a noi?
  • Dal nostro contenuto traspare in modo netto un’esperienza in materia e delle conoscenze non superficiali (test condotti in prima persona, esperienze dirette,…)?
  • Il portale ha uno scopo/obiettivo prioritario?
  • Dopo aver letto il contenuto, l’utente potrebbe avere la sensazione di aver imparato (in modo sufficiente) qualcosa di nuovo su un dato argomento? Potrebbe usare quanto appreso per raggiungere il suo obiettivo?
  • Vengono seguiti – nella loro essenza – i consigli per gli aggiornamenti e le valutazioni dei prodotti?

Big G conclude poi proponendo anche questi altri quesiti (ai quali, se si rispondesse in troppe occasioni in maniera positiva, si potrebbe pensare di essere potenzialmente a rischio di penalizzazione con Helpful Content Update):

  • Il contenuto è concepito per attirare principalmente i motori di ricerca e, solo in seguito, per rispondere alle esigenze delle persone?
  • Il portale è popolato con contenuti di ogni tipo nella speranza che, qualcuno di questi, raggiunga performance soddisfacenti in SERP?
  • Il contenuto viene prodotto – in maniera massiccia – facendo ricorso all’automazione (AI et similia) magari per avere materiale su tanti argomenti differenti?
  • Il portale propone sostanzialmente dei riassunti di argomenti/tematiche trattati da altri, senza dare un valore aggiunto tangibile?
  • Gli argomenti dei contenuti sono trattati solo perché sembrano essere di tendenza e non scrivereste qualcosa al riguardo (in assenza di questo prerequisito) per il vostro pubblico esistente?
  • Il contenuto sembra lasciare all’utente l’impressione che debba svolgere altre ricerche per trovare informazioni migliori presso altre fonti, rimbalzando dal portale?
  • I contenuti vengono scritti tenendo conto di parametri come una presunta lunghezza minima ritenuta come una conditio sine qua per apparire autorevoli al giudizio di Google?
  • Ci si è focalizzati su una tematica di nicchia senza alcuna esperienza tangibile, soprattutto perché si ritiene di poter ottenere da questa scelta strategica del traffico proveniente da motore di ricerca?
  • Il contenuto sembra promettere di offrire una risposta (che in realtà non esiste) a domande tangibili che riguardano il lancio di una novità di cui in realtà non esistono conferme di alcun genere?

Tenuto conto di tutte le indicazioni comunicate da Big G tramite il suo blog ufficiale, si può trarre solo una conclusione: proprietario di sito avvisato…mezzo salvato!

Il rollout annunciato da Big G

Queste novità – che riguardano, come detto, gli utenti anglofoni del motore di ricerca – non interesseranno immediatamente gl’internauti di altre lingue. La società di Mountain View, ad ora, non ha comunicato il rilascio di Helpful Contenuto Update per le altre versioni linguistiche (tra cui quella italiana) del suo motore di ricerca.

Non resta altro da fare che riflettere sui punti esposti in precedenza e, se necessario, adottare dei correttivi per evitare potenziali penalizzazioni dovute a strategie tutt’altro che lungimiranti…

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