Il legame tra media e democrazia, se necessario, è stato sottolineato ancora una volta dal recente annuario «Qualità dei media 2022»: vediamo qualche dettaglio in più su questo documento realizzato dal fög (parte dell’Università di Zurigo) sulla nostra realtà nazionale.
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La prima notizia è di quelle che sono destinate a far parlare a lungo: i cosiddetti giovani adulti si dedicono poco alle notizie. I ricercatori hanno evidenziato due aspetti molto interessanti:
- Le notizie sono fruite principalmente tramite i loro smartphone;
- Il tempo dedicato alla «rassegna stampa» è di 7 minuti per die.
Lo studio evidenza, per bocca dei suoi autori, un trend che desta qualche preoccupazione nel contesto svizzero.
Il binomio media e democrazia, nel nostro caso, è subito da rapportare alle peculiarità del modello democratico semi-diretto e molto partecipativo: aspetto nel quale la qualità dell’informazione gioca un ruolo primario.
Media e democrazia: le evidenze nella ricerca del fög
L’istituto dell’Università di Zurigo, per ottenere le informazioni utili all’elaborazione dell’Annuario 2022, ha fatto ricorso ad un sistema di tracciamento mobile, con un focus sull’utilizzo dei media tramite gli smartphone.
Allo scopo sono prese in considerazione 300 persone tra i 19-24 anni (i cosiddetti giovani adulti), con risultati che variano significativamente se si osserva da vicino la suddivisione demografica della popolazione.
All’interno della categoria di individui dei cosiddetti «deprivati di notizie», sono in particolare le giovani donne a destare particolare scalpore a causa delle loro abitudini nella fruizione dell’informazione.
Queste ultime consacrano circa cinque minuti al giorno all’informazione, una quantità di tempo che è addirittura meno della metà rispetto ai giovani uomini. Questi ultimi, infatti, focalizzano la loro attenzione per undici minuti al tema dell’informazione.
L’aspetto però più rilevante è quello della quota di «deprivati di notizie» rispetto alla popolazione presa in esame: si parla addirittura del 38%, quasi 4 individui su 10. È un vero e proprio record ineguagliato, ad oggi, nella serie di Annuari dedicati alla tematica della Qualità dei Media.
Media e democrazia: le implicazioni negative per un modello partecipativo
È difficile non concordare con il direttore del fög, Mark Eisenegger, quando afferma che «i media usati (e la frequenza di fruizione) hanno un’influenza sulla partecipazione alla vita politica del paese.»
A questo proposito, secondo lo studio, la partecipazione all’attività politica (tra cui, l’esercizio dei diritti e doveri civici) è del 70% tra coloro i quali fruiscono di stampa, radio e telegiornali.
I «deprivati di notizie», infine, partecipano solo in misura del 30% a questi aspetti della vita sociale, dove la disinformazione gioca un ruolo di primo piano nel provocare un altro fenomeno indesiderabile.
In un ordinamento come il nostro, caratterizzato da una democrazia semi-diretta con un forte coinvolgimento del cittadino, il minor interesse nei confronti delle tematiche politiche e una ridotta fiducia nelle istituzioni – in particolare del Governo – è un trend pericoloso.
Questo atteggiamento non si traduce però fortunatamente in una completa disaffezione ed apatia nei confronti della vita democratica. Il fög sottolinea come il coinvolgimento dei «deprivati di notizie» nell’attività politica si manifesti in occasione di votazioni relative a tematiche di interesse.
A questo proposito, mi sentirei di sottolineare quanto sia importante lavorare sulle capacità di scrivere e comprendere i contenuti testuali sin dagli anni della scuole, rafforzando inoltre il senso critico degli studenti nell’individuazione e classificazione delle fake news.
Media e democrazia: il quadro svizzero
L’Annuario dei Media 2022 evidenzia come la qualità complessiva dei media del nostro paese sia in crescita. Le tematica della pandemia «Covid-19» ha però provocato un impoverimeno nella diversità delle notizie ed informazioni proposte.
Il fög sottolinea come l’informazione (cronaca) di tipo economico non dia più il giusto peso ai reportage sul contesto economico nel suo complesso, ma si focalizza troppo su tematiche (forse troppo) specifiche.
Le persone, sempre secondo la ricerca, non sono particolarmente inclini a pagare per la fruizione dell’informazione online.
Nella graduatoria dei prodotti dei media che si distinguono per «rilevanza, varietà, contestualizzazione e professionalità» la RSI (così come altre divisioni regionali della SSR) occupa un posto di primo piano.
Le trasmissioni «Telegiornale Sera» e «Radiogiornale 12.30» spiccano per la capacità di ottenere una buona valutazione secondo i quattro criteri adottati.
Media e democrazia, in una società come una nostra, sono un connubio indissolubile: i primi sono un contrappeso contro le derive degli altri poteri e contribuiscono a formare le opinioni, per un’evoluzione sana della nostra società.